Con un comunicato ufficiale diffuso lunedì 17 giugno, il Consiglio europeo ha annunciato di aver adottato formalmente il regolamento sul ripristino della natura. Si tratta di una legge che mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine in territorio Ue entro il 2030 e la quasi totalità degli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

La Nature Restoration Law stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati, da quelli terrestri a quelli marini, d’acqua dolce e urbani, in un contesto in cui l’80% degli habitat europei versa in cattive condizioni.

Il regolamento inoltre mira a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti dei sempre più frequenti disastri naturali e aiuterà l’Ue a rispettare i suoi impegni ambientali in campo internazionale, allineando l’Unione agli impegni assunti con l’accordo di Kunming-Montreal sulla biodiversità.

Fino al 2030, spiega il Consiglio, nell’attuazione delle misure di ripristino gli Stati membri daranno priorità ai siti Natura 2000. Per gli habitat ritenuti in cattive condizioni ed elencati nel regolamento, gli Stati membri adotteranno specifiche misure finalizzate a garantirne il ripristino di: almeno il 30% entro il 2030; almeno il 60% entro il 2040; almeno il 90% entro il 2050.

Il testo della Nature Restoration Law entrerà ora in Gazzetta Ufficiale, impegnando tutti gli Stati membri a presentare alla Commissione dei piani su scala nazionale. Si conclude così un processo iniziato a giugno 2022, quando la legge era stata proposta nell’ambito della Strategia europea per la biodiversità (parte del Green Deal).

Entro il 2033, la Commissione riesaminerà l’applicazione del regolamento e il suo impatto sui settori dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura, nonché i suoi più ampi effetti socio-economici.

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Nature Restoration Law